Dott. Antonio Guerra, Medico di medicina generale
Alla fine della stagione autunnale e con l’arrivo dei primi freddi (peraltro non omogeneo nelle varie regioni d’Italia), tornano di enorme rilievo le vaccinazioni e l’attenzione si focalizza soprattutto sulla vaccinazione annuale contro l’influenza e sulla campagna vaccinale anti-Covid19.
I dati a nostra disposizione non sono purtroppo confortanti: per quanto riguarda la vaccinazione Covid-19, il 21 settembre in Italia l’84,3 % della popolazione aveva completato il ciclo vaccinale e a metà dicembre il 92,86% della popolazione over 12 anni ha completato il ciclo vaccinale primario. Ma se prendiamo in esame il dato relativo alla seconda dose booster, solo il 37,62% della popolazione appartenente alle categorie oggetto prioritario della somministrazione è stato vaccinato, e i dati relativi al pericolo di una nuova ondata Covid-19 non sono per niente tranquillizzanti.
Le categorie interessate sono, come previsto, le seguenti:
- persone di età ≥ 60 anni
- persone con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti di età ≥ 12 anni
- operatori sanitari
- ospiti e operatori delle strutture residenziali
- donne in gravidanza
- come seconda dose di richiamo, dietro valutazione e giudizio clinico specialistico, ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto emopoietico o di organo solido che hanno già ricevuto un ciclo primario di tre dosi (ciclo primario standard più dose addizionale a distanza di almeno 28 giorni dall’ultima dose) e una successiva prima dose di richiamo, a distanza di almeno 120 giorni da quest’ultima.
Ci sono molti timori anche per la stagione influenzale: già le previsioni estive non erano ottimistiche e i dati provenienti dall’Australia dimostravano un inizio precoce dell’influenza e un maggior numero di casi rispetto al passato. Si deve aggiungere, poi, che due stagioni di relativamente poca circolazione virale (restrizioni, uso delle mascherine, regole igieniche elementari adottate con maggiore attenzione ecc…) potrebbero causare affievolimento della risposta immunitaria di comunità per mancata stimolazione della stessa. Un altro aspetto rilevante è il calo, dell’anno scorso, della copertura vaccinale antiinfluenzale, sia nella popolazione generale (20,5% vs il 23,7% della stagione precedente), sia nella coorte > 65 anni (58,1% rispetto al 65,3% precedenti). I dati raccolti dai sistemi di rilevamento sono noti e mostrano settimana per settimana continui superamenti delle soglie di intensità.
C’è quindi bisogno di una spinta nuova, di un nuovo paradigma di approccio, di un cambiamento di segno positivo nella governante delle vaccinazioni (specie di quelle stagionali).
È importante ovviamente il ruolo del MMG per il grado di prossimità con la popolazione e di personalizzazione nel rapporto col singolo paziente. La possibilità, inoltre, di usare sofisticati sistemi informatici permette al MMG una ottimale gestione della stagione vaccinale, l’organizzazione di ambulatori dedicati alla vaccinazione, anche per appuntamento, nell’arco della giornata o della settimana.
Non ultima viene la possibilità di co-somministrazione di più vaccini nell’arco della stessa seduta vaccinale.
Già il documento del Ministero della Salute del 6 luglio 2022 sulla Prevenzione e Controllo dell’influenza, contenente le Raccomandazioni per la stagione 2022-2023, definiva come:
- il vaccino antiinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati;
- i soggetti rientranti nelle categorie indicate nell’allegato 2 (in realtà spesso coincidenti per altri vaccini) possono ricevere il vaccino antiinfluenzale assieme ad altri vaccini (non solo Covid-19, ma anche pneumococco, herpes zoster ecc…) in sedi corporee e con siringhe diverse;
- fatte salve le specifiche indicazioni d’uso, è possibile, laddove sostenibile, la co-somministrazione di tutti i vaccini antiinfluenzali con i vaccini Covid-19.
Tali raccomandazioni sono riprese anche dal documento WHO del maggio 2022.
Anche S.I.M.G. (Società Italiana di Medicina Generale), SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) e SITI (Società Italiana di Igiene) hanno sottoscritto un documento congiunto in cui è stata lanciata una vera e propria “call to action”.
Una recente review1 del marzo 2022 ha messo in evidenza che nei trials clinici randomizzati la co-somministrazione si è mostrata ben tollerata e con una reattogenicità simile a quella dei vaccini somministrati singolarmente, e che la risposta è stata non inferiore rispetto ai gruppi che ricevevano i vaccini singolarmente. Si sono anche evidenziati i potenziali benefici della co-somministrazione:
- aumentata compliance del paziente
- semplificazione dell’organizzazione del calendario vaccinale di ciascun paziente
- minori opportunità mancate di vaccinazione
- riduzione dei costi con vantaggi logistici.
È emerso inoltre che la presenza di una precedente adesione alla vaccinazione antinfluenzale rappresenti un forte predittore dell’accettazione futura di vaccinazione per COVID-19 e viceversa.
Un altro studio europeo longitudinale “Survey of Health, Ageing, and Retirement in Europe” (SHARE) (2022) ha dimostrato come la vaccinazione antinfluenzale possa avere un effetto nella prevenzione del COVID-19, essendo associata ad un rischio inferiore di outcomes COVID-19.
La recente immissione nell’armamentario vaccinale di un vaccino quadrivalente ad alto dosaggio ha provocato un fiorire di studi anche su questa associazione. Un lavoro2 del gennaio 2022 ha dimostrato che la co-somministrazione di questo tipo di vaccino assieme al vaccino a m-RNA per Covid 19 non provoca interferenza immunologica senza aumento di rischio di reazioni avverse.
Va ulteriormente segnalato che questo tipo di vaccino, non adiuvato, è co-somministrabile nella stessa seduta anche col vaccino anti-herpes zoster di ultima generazione.
Il mix di Covid, influenza e sindromi simil influenzali, in concomitanza anche con le ferie natalizie del personale sanitario, sta mettendo a dura prova gli ospedali italiani. Così il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore ribadisce “la raccomandazione-appello di sempre: non affollate i Pronto soccorso e gli ospedali quando è possibile essere curati a casa”. Cavaleri (Ema) a Sky TG24: “Virus ancora tra noi, proteggere i vulnerabili: vaccinarsi contro l’influenza è ancora possibile”.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35337120/
- Izikson et al., Safety and immunogenicity of a high-dose quadrivalent influenza vaccine administered concomitantly with a third dose of the mRNA-1273 SARS-CoV-2 vaccine in adults aged ≥65 years: a phase 2, randomised, open-label study, Lancet, DOI: https://doi.org/10.1016/S2213-2600(21)00557-9